Per la Cassazione è discriminatorio escludere i disabili senza patente dai parcheggi gratuiti.
È questo il principio chiarito dalla Suprema Corte con recentissima ordinanza n. 24936/2019. In particolare, per i Supremi Giudici è irrilevante che lo scopo della norma fosse di evitare abusi da parte dei familiari dei disabili senza patente.
Si ha discriminazione indiretta quando una disposizione, apparentemente neutra, mette una persona con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto ad altre persone. Pertanto, è discriminatorio quanto previsto da un regolamento comunale che, nel beneficiare una particolare categoria di disabili (quelli con patente ed autoveicolo), ne ha posto un’altra, presuntivamente con una patologia più grave, in posizione di svantaggio (i disabili privi di patente e veicolo).
Così ha deciso la Corte di Cassazione, sez. I civile, con la richiamata ordinanza del 7 ottobre 2019, n. 24936, considerando discriminatoria la disciplina del regolamento comunale che concede il parcheggio gratuito, anche solo per svago, ai disabili muniti di patente, mentre lo limita per quelli che ne sono privi, ledendo il loro diritto all’inserimento sociale e alla partecipazione alla vita della comunità. È irrilevante che lo scopo della norma fosse di evitare abusi da parte dei familiari dei disabili non automuniti, in quanto tale finalità non può raggiungersi negando un diritto, ma predisponendo un opportuno sistema di controlli.